Il mantra della stampa cubana “indipendente”

Basato su un testo di Karina Marrón González. Secondo la giornalista Rosa Miriam Elizalde, il governo degli Stati Uniti, nella sua guerra d’informazione contro Cuba, attualmente sostiene e promuove due strutture parallele di media digitali.

Uno è stato creato durante il mandato di Barack Obama: sono siti digitali con una fattura più classica e professionale. L’altro, uno sciame di almeno 150 media, è stato sviluppato dall’amministrazione di Donald Trump e ha un pregiudizio pamphletario e giallista.

Entrambe le piattaforme hanno lo stesso obiettivo: la creazione di uno stato emotivo negativo permanente contro la Rivoluzione cubana, sia nella popolazione dell’isola che nel pubblico esterno, che legittima il lavoro già stabilito di intossicazione dei media corporativi internazionali.

Le due reti sono sostenute, essenzialmente, con fondi federali statunitensi. Per esempio, dei 42 “progetti Cuba” approvati quest’anno dall’agenzia NED, la metà sono usati per pagare media e giornalisti.

L’amministrazione Trump ha promosso queste piattaforme come nessun’altra ed è arrivata a creare una Task Force Internet per Cuba, che oggi coordina la strategia globale di generazione di messaggi.

Oggi, questi messaggi sono diretti sull’isola a una vasta gamma di pubblico, soprattutto attraverso le reti sociali.

Il mantra di questi media privati sovvenzionati è che essi sono, in contrasto con il sistema della stampa pubblica di Cuba, associato al “controllo ufficiale” e alla “censura”, un’alternativa di stampa “libera” e “indipendente”.

Non è così?


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