Il 23 gennaio 2019, la Banca Societé General di Parigi, Francia, ha rifiutato un trasferimento a Cuba per il pagamento di servizi di educazione professionale in Guinea Equatoriale.
Nonostante sia coperto dagli accordi di collaborazione tra i due paesi, l’istituzione finanziaria ha considerato l’operazione dubbia, un espediente che nasconde la vera ragione dietro quel comportamento: il blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro la nazione caraibica.
Alla fine del 2020, il trasferimento non era ancora stato effettuato e non erano stati trovati i mezzi per inviare dalla nazione africana il pagamento dei servizi, che ammonta a più di 190.000 euro (circa 214.000 dollari).
Nel frattempo, all’Avana, stavano probabilmente facendo i calcoli per portare da un mercato lontano le macchine Perkins di cui gli studenti ipovedenti hanno bisogno per imparare.
Queto è il vero significato dell’assedio statunitense all’educazione nell’isola delle Antille, di cui questi esempi sono solo parte di una storia collettiva che riflette la crudeltà di quella politica, con quasi sei decenni di applicazione.
Secondo il rapporto che raccoglie i danni causati nel periodo da aprile 2019 a marzo 2020, e che Cuba presenterà il 23 giugno davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, solo in questo settore le perdite hanno raggiunto 21 milioni 226 mila dollari.
A questo si devono aggiungere i danni corrispondenti al resto dei mesi del 2020, quando nel mezzo della pandemia Covid-19 l’amministrazione statunitense ha attuato nuove misure coercitive.
Il Ministero dell’Educazione cubano (Mined) ha pubblicato il giorno prima un rapporto che copre il periodo dal 1 aprile al 31 dicembre dello scorso anno, e riflette come sono aumentate di oltre 49 mila dollari, rispetto al 2019, le perdite derivanti dal portare risorse da mercati lontani.
In termini generali, il blocco statunitense rende difficile ottenere la necessaria base di materiale di studio e di vita, mobili, attrezzature essenziali per una migliore qualità del processo di insegnamento educativo e anche risorse per le riparazioni nei centri educativi.
Ciò include il completamento dei moduli per i laboratori di Fisica, Chimica e Biologia, l’acquisto di attrezzature sportive e la carenza di strumenti musicali.
Nell’educazione speciale, la carenza è sinonimo di assenza di sedie a rotelle elettriche per i bambini che non possono usare quelle convenzionali, o di batterie per gli apparecchi acustici necessari agli studenti con questo tipo di disabilità.
Significa anche difficoltà nell’acquisto di una vasta gamma di risorse necessarie per la cura completa di coloro che hanno bisogni educativi speciali.
Nel campo delle operazioni commerciali e dei progetti d’investimento stranieri in questo settore, in cui Cuba è riconosciuta dalla comunità internazionale e in particolare dall’UNESCO, il blocco è il maggiore ostacolo.
Secondo il Ministero dell’Educazione, il suo impatto si estende alla produzione di multimedia educativi, poiché ci sono restrizioni per il pagamento delle licenze e l’aggiornamento delle versioni di software necessarie, che nonostante siano gratuite su Internet, non sono permesse per la nazione caraibica.
Qualcosa di simile accade con l’accesso limitato all’informazione scientifica, oltre al fatto che la politica degli Stati Uniti ha un impatto sulla mancanza o insufficienza di alcuni mezzi e risorse per l’insegnamento e la ricerca.
Cuba è obbligata, quando firma accordi e contratti, a dichiarare che i pagamenti per i servizi professionali che offre si fanno in euro o in dollari canadesi, dato che non può usare il dollaro americano.
Né può fare trasferimenti in quella valuta nelle banche statunitensi o nelle loro filiali, perché se lo facesse, il suo denaro sarebbe sequestrato.
Ma il vero significato del blocco va ben oltre, è anche il dubbio che pesa e impedisce una transazione in una banca in Francia.