Anche se il giorno di questo 2021 si svolge in modo insolito, condizionato dalla crisi sanitaria affrontata da molte nazioni, Cuba celebrerà comunque questo 17 maggio, Giornata Internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, nel rispetto del diritto alla libertà sessuale libera e responsabile e all’identità di genere.
Quest’isola caraibica ha il merito che dal 2019 ospita già nelle sue linee costituzionali il riconoscimento dei diritti sessuali e riproduttivi, il divieto di discriminazione contro le persone con sessualità non eteronormativa, la tutela della sicurezza familiare e la chiara regolamentazione del matrimonio come istituzione legale alla quale chiunque può accedere senza discriminazione.
Secondo le dichiarazioni pubblicate sul quotidiano Granma da Mariela Castro Espín, direttrice del Centro Nazionale di Educazione Sessuale di Cuba (CENESEX), la Concettualizzazione del Modello Economico e Sociale Cubano di Sviluppo Socialista e il Piano Nazionale di Sviluppo Economico e Sociale propongono fino al 2030 la necessità di affrontare ogni tipo di discriminazione, compresa quella motivata dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere.
Ogni anno, le Giornate Cubane contro l’Omofobia e la Transfobia sono coordinate dalla CENESEX in collaborazione con il Ministero della Salute Pubblica e il Partito Comunista di Cuba, così come altre istituzioni statali e governative, e hanno anche sviluppato campagne incentrate sugli ambienti familiari, lavorativi e scolastici per una maggiore educazione come esercizio di giustizia ed equità sociale.
Anche se la Giornata Internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia si celebra ogni 17 maggio come atto di commemorazione dopo l’eliminazione dell’omosessualità nel 1990 dalla lista delle malattie mentali da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, oggi è possibile vedere nella società cubana e straniera manifestazioni di discriminazione contro persone con orientamento sessuale diverso da quello eterosessuale.
Per questo motivo, Castro Espín percepisce che “c’è ancora molta strada da fare. Per questo noi educhiamo all’amore e alla convivenza rispettosa, non al perpetuarsi di relazioni di dominio o di violenza. Educhiamo ai principi umanisti e democratici che si ispirano al paradigma emancipato del socialismo, alla libertà come una complessa responsabilità individuale e collettiva. Continueremo a lavorare fino a quando tutta la giustizia sarà raggiunta”.
La vergogna delle vergogne è vedere che in appoggio agli oppressori mediorientali questa volta ci sono tutti i partiti dell’alleanza governativa, PD compreso. Una accozzaglia di tristi figuri digiuni di cultura storica che accomuna leghisti forcaioli di maggioranza e oppositori fascistoidi, orgogliosi di manifestare per un paese che da dalla risoluzione ONU del 1948 in suo favore, non ha mai più riconosciuto questo organismo internazionale, disattendendo a tutte le risoluzioni che imponevano a Israele il rispetto della sovranità della Palestina, il ritiro delle truppe e lo smantellamento degli insediamenti dai territori illegalmente occupati nel 1967.
L’Associazione di Amicizia Italia Cuba sta con il Popolo Palestinese. Perché è giusto!
E perché la nostra storia di 60 anni di resistenza a fianco del Popolo cubano ci insegna che battersi contro l’oppressione, sia essa espressione dell’imperialismo statunitense o di qualche suo satellite, è un diritto e un dovere umano.
Noi siamo con il Popolo palestinese e chiediamo il rispetto delle decisioni dell’ONU per la creazione di 2 Popoli per due Stati; Noi non siamo contro il Popolo israeliano, ma a fianco dei due popoli per una rispettosa convivenza.
Diciamo no al governo degli oppressori israeliani e a tutte quelle forze politiche e sociali che per convenienza o ignoranza storica si pongono dalla parte della forza bruta, contro le ragioni dell’ONU e contro i diritti dei Popoli.